Alle sei del mattino di un giorno qualunque in Inghilterra e in modo particolare a Londra, l’aria è così croccante, fresca, già vestita d’autunno. L’avverti con un leggero brivido sulla pelle, ma ti abitui subito a quel rigenerante buongiorno che sa di promesse color arancio, giallo e marrone.
Nell’autunno inglese non c’è tristezza, non un velo di mestizia, solo quella nostalgia romantica e quell’allegrezza che sfuma le gote di un rosso scarlatto, rendendole più simili a due turgide e piccole mele. Sembra che ogni giardino dismetta l’abito troppo secco e verdastro dell’estate, carico di ricordi di una calura mite e più vicina alla primavera, per indossare con leggiadria un paio di calzoni color faggio stagionato.
“La nostra Inghilterra è un giardino”, così inizia un poema di Kipling e trovo che nessun pensiero rifletta in modo tanto veritiero l’essenza di questo paese.
Quando mi trasferii a Londra, circa un anno fa, ero solo vagamente consapevole della bellezza cui andavo incontro, non per mancanza di conoscenza, ma per la portata grandiosa del quadro che attendeva di essere ammirato. Un susseguirsi di parchi verdissimi, lussureggianti, poi case vittoriane ad ogni passo, tea room, mini cab tirate a lucido, palazzi antichi, negozi storici, stradine nascoste, bus a due piani, musei, viali alberati e l’inconfondibile accento inglese/multietnico che fa da sottofondo in ogni dove. Londra sembra una lady vestita all’antica, ma con una raffinatezza ineguagliabile, sempre in attesa della sua cup of tea.
Ti porterò con me, attraverso questo “English journal”, per assaporare e conoscere il fascino intramontabile di un mondo dal gusto antico ma sempre attuale.