Lettura dell’opera: ovoli malefici

Descrizione
Ovoli malefici (Amanita muscaria), con felci (Polypodiaceae), foglie di faggio, muschi e licheni (Peltigera canina), c. 1890. Uno studio appositamente composto, in quanto i suoi componenti provengono da diversi habitat. Sembra essere stato dipinto sopra una base opaca, alla maniera di William Henry Hunt. Acquerello e guazzo; 201 x 170; NT

Commento
Il dipinto proposto è una chiara e veritiera interpretazione di uno scorcio boschivo autunnale, in cui i soggetti raffigurati sono accomunati dall’equilibrio delle tinte, da un gioco di colori caldi e freddi sapientemente distribuiti. L’opacità della composizione è data dall’utilizzo di una tecnica che ben si sposa con l’acquerello: il guazzo. L’elemento fantastico è assente, prevale la volontà di far emergere il dato realistico attraverso la minuzia dei dettagli che, nell’insieme, costituiscono un magnifico esempio di pittura botanica.
Da un punto di vista meramente idealistico, l’opera sembrerebbe celare un significato intrinseco che va al di là di qualsiasi apparenza: la caducità dell’esistenza che caparbiamente si rinnova. Le foglie raggrinzite, tristemente abbandonate in un angolo del quadro prospettico, vogliono riportarci con la mente alle mancanze, ai limiti, alla morte. Il verde intenso del muschio, dei licheni e della felce, riconduce agli aspetti vitali, speranzosi, positivi. La dualità permea tutta l’atmosfera e trova la massima espressione nei soggetti principali, i funghi, che rivestono un ruolo fondamentale nel ciclo vitale, ma che, in questo caso, essendo velenosi, rappresentano l’inganno.

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18 Maggio 2016
 
 

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